23 agosto 2012

La piccola Pearl Harbor

Al mio via scatenate l’inferno.

Via.
Ah no, spetta, io non ero pronta.
Bam.Bam.Pem.Pem.Tratratratraaaa.

Morta.

E se vabbè ma io non ero pronta. Non Vale.
Cioè ero lì alle Hawaii con un piede, a New York con l’altro e con il velo in testa e voi mi scaraventate addosso tutte le munizioni di un piccolo paesino di provincia che crede che io stia cercando di rubare i suoi rampolli da marito facendo improbabili lavaggi del cervello con doti da sirena spiaggiata in cerca di marinai da sedurre ed allontanare dai propri amici e dalle proprie terre.

Ambè. Mi sparate poi così, piccola isoletta di Pearl Harbor, arrivando dal cielo con un mega-razzo-missile ed un sommergibile (marrone?) per attaccarmi mentre ancora ho gli occhi a forma di cuore per il matrimonio appena avvenuto e le armi, quelle teribbbili della sirena, le ho ben nascoste nello sgabuzzino con l’aspirapolvere e sugo Knorr e non sono mica pronta ad essere attaccata.

Poverina lei, guardala com’è tutta cucciolosa tutta triste che l’hanno bombardata, alla fine forse non è poi così cattiva come dicono, alla fine forse quasi quasi non è nemmeno giusto che l’abbiamo bombardata.
Guardala, insomma, quanto può essere pericoloso un metroecinquantotto di donna cicciottosa con i capelli in stile candycandy?
E quegli occhioni così tristolini mentre pensa che qualcuno dice cattiverie su di lei e il suo altrettanto amorevole e cuccioloso marito.
Dai cioè poverina Pearl Harbor, non c’era mica bisogno di bombardarla, un’isoletta così tranquilla che non dava fastidio a nessuno.
Lei era lì tutta tranquilla che faceva la Hula con le collane di fiori e fotografa i tramonti con i delfini e tu, malefico essere la bombardi senza nemmeno aspettare che abbia fatto colazione.
Mica si bombarda qualcuno senza prima averle fatto bere il caffè no.

Ecchediamine.

Fammi preparare almeno un attimo.

Ok, munizioni. Celo.
Ok, sguardo cattivo cattivo e ghigno malefico. Celo.
Ok, marito-marinaio al mio fianco armato fino ai denti di una faccia-tosta in via di estinzione. Celo.
Ok, cervello. Celo.. però non serve tanto il nemico ne è sprovvisto.
Ok, sguardo cattivo da guerrigliero hawaiano. Celo.. ho guardato due volte Lilo e Stich. Speriamo basti come addestramento.

Ok adesso, sono pronta.
Ve lo dico sottovoce.
Non dormite sogni tranquilli.
MUAHHH MUAHHH
Avete bombardato l’isoletta sbagliata.

Ah. E per la cronaca, non impegnatevi a capire la metafora del raccontino. Tempo perso.

Ciao Musi Gialli.
Colore azzeccato anche.