07 marzo 2016

Lucca, Le comiche.. altrochè Lucca Comics....

Voi organizzate un weekend a Lucca con uno spapunzelli di 2 anni e mezzo che sembra posseduto dallo spirito di Sbirulino, il marito piegato a 90 gradi.


Che se andavo via con l’intera combriccola di Villa Arzilla andavano più veloci e si lamentavano meno. Che probabilmente tutti insieme non prendevano nemmeno la stessa quantità di medicine che l’amore mio. Che quando siamo andati in farmacia la farmacista ha bruciato la sua laurea in farmacia ed è partita per il Tibet, con il fegato di Fede. Arrivederci Ciao.

Che non sapeva se scappare per il quantitativo di antidolorifico di varia tipologia che mio marito aveva in circolo o per la scena circense che le si è parata innanzi.
-          Una gnoma di un metro e mezzo scarso con sopra le spalle un bambino alto circa come lei che sbatteva con tutte le sue forze le manine sulla testa di mamma cantando “mafufuuuuriasistaancheintreeeeee” (.. su Furia forse sì, ma sulla mamma cristoforocolombo no, manco in uno ci si potrebbe stare - santasubito).


Immaginate poi subito dopo che usciamo, mio marito prende 72 medicine insieme e va in doping pesissimo da Muscoril. Mio figlio pare che per par condicio abbia deciso di scalare l’Everest a testa in giù (viste le energie), ed io che prego tutti i Santi che mi vengono in mente perché smetta di diluviare che, in questo momento, manco nell’Arca mi fanno salire, che non sembro nemmeno una specie vivente. O quanto meno sembro una specie che, se anche si estingue, pazienza.

Che le Mura di Lucca ne abbiamo fatto 4 metri, invece di 4 chilometri, che appena mi giravo per correre dietro a Paride perdevo il marito, accasciato su qualche panchina a fare testamento ai piccioni.
Che quando abbiamo deciso di andare a vedere Pisa non sapevo se essere più allibita del fatto che i Cinesi si facessero le foto fingendo di reggere la Torre dalla parte opposta del marciapiede (e dietro avevano il tabaccaio) o se ero più allibita della signora che ci ha fatto uscire dal battistero con fuori il diluvio, ed un bimbo di pochi anni in braccio, fradici, che spero che Gesù scenda dalla Croce per Pasqua e gliela dia in testa in memoria della sua mamma e il suo papà che almeno loro nella grotta han trovato riposo e non dovevano pagare un maledettissimo biglietto per ripararsi dalla bufera. Pietà Cristiana questa sconosciuta, amica mia, cambia lavoro, che invece che in una Chiesa è meglio se vai a lavorare alla Slot-Bar di Capannori. Sentiammè.


Immaginate, dicevo, che appena arriviamo in piazza dei Miracoli scenda giù il diluvio universale, che la metà della scolaresca cinese che avevamo davanti ce la siamo perse nella prima pozzanghera. La seconda al chiosco di souvenir cretini made in China. Fuuuuurbi loro. E la terza, ahimè, credo di averla presa a spallate e ombrellate quando ostacolavano il mio passeggino perché loro si dovevano fotografare pure sta cippa facendo finta che fosse pendente. Che forse non avete capito l’antifona, che se diluvia, i miei capelli sembrano quelli di telespalla bob, il mio parka da teeneger è zuppo che manco i biscotti inzupposi di Banderas reggono il confronto, mio marito pare più storto della torre e mio figlio dorme nel passeggino con i piedini fuori in quel momento, proprio in quel preciso istante che voi  vi fermate davanti a me per fare foto-a-kazzo di qualsiasi cosa pendente e non, avete scatenato la Kill-Bill assopita dentro di me. Ecco. Arigatò. Anzi. Arispostate se vuoi sopravvivere che Manga solo che mi vieni in mezzo alle scatole Conicchiwa-wa e di te rimarrà solo Spaghetti di Liso.

Quindi avete inteso bene, se vi dico che abbiamo pagato 10€ di parcheggio per fare il giro in gondola attorno a Piazza dei Miracoli e ritornare alla macchina, in 23 minuti netti. Che manco Valentino Rossi in moto. E io c’avevo anche il marito invalido, il bambino dormiente su passeggino Low Cost e Cinesi in mezzo ar c***o. Per l'appunto.
Andiamo a vedere il Mare, dice il marito. O il Muscoril. Non so. Uno dei due parla.
“Ahhhhh che bella idea”
Tanto con sto tempo manco si capisce dov’è il molo e dov’è l’acqua a dire il vero.
"Parcheggia lì. Che io guardo mentre lo Tsunami si infrange sugli scogli prima di portarci al creatore"
"Ma noooo amore.. è bellissimo andiamo a vedere il mare"

Esce.














Rientra.

“No, mi sa che c’è troppo vento”.
Ma vaaaaa. Giura. Ora sono certa sia tu a parlare, e non il Muscoril, riconosco l’atavica saggezza.

Vabbè amici, che ve lo dico a fare.
Abbiamo mangiato specialità Lucchesi di vario tipo, mentre Paride intratteneva i clienti del locale e io cercavo di trovare il bandolo della Divina Commedia Toscana in boccali di birra da litro.
Siamo crollati alle 20.40 nel letto del B&B con un piede dello spapu sulla testa, la tartaruga ninja conficcata nelle costole e l’alito di caciucco.

Siamo ripartiti presto. Che di cose a fare a casa ce ne sono sempre tante.

Ma soprattutto, sì soprattutto, a casa c’è un divano dove Nonno Fede può appoggiare le sue contratture multiple. Un cesto di giochi più grande di piazza dei Miracoli dove il mio piccolo Messner può cercare tutti gli strumenti per scalare l’Everest o costruire la Muraglia Cinese, n’si sa mai. 

E una doccia grande, grande grande, dove posso sbattere un po’ la testa contro il muro senza disturbare gli altri ospiti del B&B e ricordare a me stessa che il Muscoril prima o poi farà effetto, Paride prima o poi si metterà tranquillo e mi ripagherà con una di quelle coccole che ti fanno stare bene per giorni, di birra se ne può sempre chiedere un’altra e io, sempre e comunque, posso dire orgogliosamente di essere nella foto di almeno un centinaio di cinesi, AL POSTO DELLA TORRE DI PISA, nella mia versione migliore.