Non si nasce buoni o cattivi.
Prima stavi dalla parte dei lupi. Dopo un minuto stai dalla
parte delle pecore.
O viceversa, poco importa. Quando sei lupo pensi che le
pecore siano tutte stupide, mediocri e banalotte. Pecoroni. Appunto.
Quando sei pecora pensi che i lupi siano personaggi poco
raccomandabili, egoisti, egocentrici, manipolatori, amorali. Lupi cattivi.
Appunto.
Quando improvvisamente passi da un gregge ad un bosco, o
viceversa, la confusione prende il sopravvento perché quelli che prima vedevi
come nemici diventano i tuoi compagni di merende.
E quelli che erano i tuoi compagni di merende diffidano di te, non entrano nel buio del bosco che ora
ti sembra casa tua, e tu, per senso di protezione nei loro confronti, li ammonisci
che meglio non entrare che chi si addentra è perduto.
Eppure tu non sei nata Lupo. E nemmeno pecora.
Tu puoi ogni
santo giorno decidere se essere pecora o lupo. O nessuno dei due. O tutte e
due.
Perché ci sono parti di me che vogliono brucare mansueta
l’erba tutta la vita e oltre. Perché ci sono parti di me che le pecore se le
vorrebbero mangiare a colazione.
Perché esiste quella parte dentro ciascuno di noi che è
inesorabilmente fuori dagli schemi, che imbrigliata non sa starci, che non
vuole starci, che ruggisce come un leone e se la tieni troppo in gabbia arriva
il giorno che dell’ammaestratore trovano solo gli stivali.
Come in Breaking Bad....
Prima parti perfetta, come tutti ti vorrebbero. Poi
d’improvviso diventi un casino incredibile.
Non che ammazzi gente, sia chiaro, e manco che cucini le
metanfetamine che io già se sento odore di Gas in cucina chiamo i pompieri.
Non che ti prendi droghe o altre robacce che manco sono
capace di inghiottire la pastiglia di Moment intero figurati…
Non che nascondi i soldi nel controsoffitto, manco ce
l’ho il controsoffitto… e manco i soldi a dire il vero.
Non che sciogli gente con l’acido nella vasca da bagno, che
nel mio bagno a pois beige i contrabbandieri messicani si rifiuterebbero
proprio di entrare. Suicidio del Cartello Messicano alla vista di tutti quei
pois, che hanno una certa reputazione anche loro.
Non sono mica cattiva io. Ma
nemmeno pecora. E nemmeno lupo.
Sono quel mix di faccio quel cavolo che mi pare, e vedi di
starmi fuori dalle palle. A giorni alterni come le targhe. E il giorno dopo
sono in modalità Madre Teresa di Calcutta. Tutta sospiri di bontà e emoticon
con i cuori.
Mentre affilo le unghie. Perché in fondo credo che ognuno di
noi sia un po’ così. La parte buona e la parte cattiva. Un po’ Pecora e un po’ Lupo.
E poi ci sono i periodi della vita dove sei più pecora, e quelli
dove sei più lupo. Ed è difficilissimo per il mondo circostante capire cosa
fare con te.
Tosare? Cacciare?
Arrosticino o pranzo con la nonna? Nel senso che te la pappi
per pranzo, la nonna.
Ci sono così mattine che ti svegli che sei Lupo. Sono quei
giorni in cui tutto ti sembra una sfida da vincere. Che non ti fa paura niente.
Che hai gli occhi con quella luce in più che la gente abbassa lo sguardo. Che
chi ti conosce ti guarda strana. Che in via del Pratello di fermano due ragazzi
per darti il foglietto del movimento dei Giovani Cattolici perché si capisce a
prima vista che hai perso la retta via. Ah Lupo. Redimiti. Now.
Ci sono mattine che ti svegli pecora. Che rimetti tutto in
discussione. Che hai solo bisogno del tuo angolino di verde tranquillo e
sereno. Che hai bisogno del pastore che ti indichi dove andare, cosa fare, dove
mangiare, quando belare. E l’unica cosa che ti interessa è il cielo azzurro
sopra e il verde sotto, ed il resto non è affar tuo e si vedrà. Meglio non
prendere decisioni. Meglio proprio NON averne di decisioni da prendere. Meglio
navigare in acque tranquille e disinteressarsi del mondo. Tanto se il lupo
dovesse arrivare preoccuparsene non migliorerebbe le cose. Frasi fatte, selfie
a manetta, lasciamo correre e ce ne fottiamo. Ah Pecora. Con l’h. Che A pecora
non suona bene. Ecco. Anche se la vita alle volte un po’ ti ci prova a mettere.
E così. Inutile dire che è la storia di sempre. Di tutti.
Chi se ne accorge. Chi no. Chi si sente più pecora. O più lupo.
Chi fa il pastore. Chi fa il capogregge, ma sempre pecora è.
Chi è un lupo buono. O fesso. Chi non è né l’uno né l’altro e arranca alla
ricerca della verità.
Chi la verità è sempre convinta di averla in tasca. Chi non
è ne pecora né lupo ma giudica entrambi. Chi di problemi non ne ha nessuno e
vive felice.
Beeeeeeeati loro.