05 dicembre 2016

Che CLASSE! :-)

Ebbene sì, io sono sempre io, e loro sono sempre loro.. eppure sono passati tantissimi anni.
Se non sbaglio ci siamo diplomati che era il 1999. C’erano le Lire gente. C’era la prof. Di inglese che se non andavi alle riunioni di Comunione e Liberazione ti rifilava 5 accademici così. Perché era diversamente democratica...
C’era la prof di mate Vichinga che si era presa la cotta per il prof di storia dell’arte che era un figo da paura. C’era la prof di italiano di cui non ricordo il nome ma che a Marzo già aveva finito la voglia di insegnare. Marzo dell’anno prima.
C’era la prof di filosofia sindacalista che secondo tutti aveva una tresca con uno studente, che non si sa bene perché andava a prendere ripetizioni da lei anche se di ripetizioni ne aveva bisogno come Paris Hilton della paghetta.
C’erano i banchi tutti uniti, le Smemo gonfie da scoppiare di cazzate assurde, le gite di classe dove ognuno di noi ha una versione diversa di come sono andate le cose.
Ci sono gli aneddoti che tutti si ricordano, quelli che non si ricorda nessuno ed è meglio così, quelli che ci sono varie versioni diverse – una meglio dell’altro.

Ci sono le foto ricordo, quelle dove ti chiedi come cavolo è che mi vestivo con il maglione dieci taglie più grande di me, che come dire.. visto che sono sempre stata alta un metro e una cicles, non è che proprio mi donassero. La salopette di Jeans. Le magliette unisex della Maui & Co. che speriamo sia fallita. I cappellini con la visiera tutti colorati che adesso se non sei un rapper-sfigato-americano manco te li vendono. Gli orecchini da naso con la calamitina interna che per paura che respirando forte mi salisse al cervello mia madre il piercing vero al naso me lo ha praticamente fatto lei.

 I dr. Martens che andavano in giro da soli e li usavo come pantofole mentre adesso anche solo se me li provo in negozio mi vengono le vesciche. Le risate a crepapelle .. sulla pelle, appunto, di qualcun altro, ignaro delle nostre prese per i fondelli. I pianti disperati... perché a quell'età si soffre davvero, perché le prime delusioni, le prime rinunce, i primi amori.. hanno quel sapore profondo ed infinito come le prime lezioni di filosofia...che poi solo il cinismo è capace di sbiadire.
Perché poi il cinismo, la razionalità, le esperienze di vita ti mettono indosso quella coperta di rinuncia alla ricerca della felicità che ti anestetizza un po’.

Perché quando hai 16 anni la felicità ti sembra un diritto, quando ne hai 36 pensi che sia un’utopia e smetti di crederci.

Eppure in quella sgangherata 5^E io di felicità ne rivedo un sacco.
E negli occhi di ciascuno di loro rivedo me ragazzina pelosetta-arruffata-bruttina, con lo stesso carattere di m***a che ho adesso, con gli stessi occhioni grandi e i capelli lunghi lunghi.

E rivedo la bella biondina, con i tacchi alti e il sorriso più contagioso che conosco. Che nonostante sia una mamma da anni ha sempre quell'aurea di giovane combattente che la rende più guerriera che principessa.

E rivedo le secchione di sempre, brave e belle dentro,  mamme e professioniste, che la felicità l’hanno trovata.. ma ho come l’idea che sia completamente diversa dalla mia idea di felicità. Vera, appassionante, stravolgente. Too far from me.

E rivedo il senso di conforto della giovane professoressa di oggi, che è sempre stata colei che con un sorriso sapeva rassicurare un’intera classe, ora capace di dare sicurezza a qualche giovane studente che ha la fortuna di incontrarla.

E rivedo la sbruffonaggine del "fu-calciatore in erba" ambizioso e belloccio che nonostante a vederlo sicurissimo di sé è pieno di dubbi anche lui, felice di accorgermi che è umano come noi.

Le morbide curve di chi è da poco diventata mamma e che negli occhi poetici e creativi che l’hanno sempre contraddistinta cerca in giro per il mondo il suo posticino da colorare.

I matti, quelli matti matti, che lo erano a 17 anni e lo sono ancora, che in sella alla moto sono lì che cercano quelle risposte che sono ormai vent'anni che rincorrono con la stessa grinta. E che gli auguro di trovare perché sono avanti anni luce, anche se la maggior parte delle cose per cui si sentono di dover lottare sono mulini a vento. Ma continuate così perchè il mondo ha bisogno di rocker romantici.

Poi ci sono gli arrivati. Quelli che un attimo della loro vita hanno pensato di essere arrivati e si sono seduti, e poi ad un certo punto si sono rialzati perchè la vita ha scombussolato un po' di roba e a parer mio non poteva succedergli cosa migliore, perché sono molto più belli adesso che corrono che un tempo che erano seduti. 

I silenziosi. Quelli che non parlano ma sorridono. Che non giudicano, almeno non a voce alta, ma che in fondo lo sai come sono fatti.. e che di loro tieni nel cuore quel messaggio inviato un sacco di anni fa, dove vi eravate scritti una canzone che parlava di amicizie che si incrociano e si stringono forte come quando si è in motorino in due di ritorno dall'università.

L’amico orso che solo tu sai da dove viene e perché è orso, e che gli vuoi bene e gliene vorrai sempre, anche solo per come è capace di darti quel senso di protezione d’amico che è cosa più unica che rara.

Quelli che ti fanno paura. E che se li incontri per strada cambi strada, città, nazione..

E rivedo la stessa amica che ti è stata accanto per un sacco di anni, che è stata amica di mille avventure, e che quando la rivedi  >>PUFF<< la rivorresti accanto a te come dieci anni prima. Perché qualcosa di lei si incastra alla perfezione con te. <3 o:p="">

E infine il primo Amore. Quello bello bello. Quello che auguri ai tuoi figli. Quello che ancora rivedi come qualcosa di speciale ed unico, ma talmente speciale che trovarsi al liceo è stata una fortuna, e perdersi per sempre non si può pensare, perché quando si cresce insieme c’è di lui qualcosa in te, e di te qualcosa in lui (…e che mariti e mogli non si ingelosiscano.. la nostra vita ora è altrove, ed è felicemente altrove, ma ci sono cose che il passato ti costruisce sotto i piedi e da lì cresci.. e non è che puoi spostarti!)

Ragazzi che dirvi.. io sono sempre la solita piccola rompi coglioni, che scriveva i temi lunghi e parlava ad alta voce, che i sorrisi li nascondeva dietro musi infiniti come i capelli, di allora come oggi.

In cerca di infiniti modi di credermi felici, ed uno di questi l’ho trovato l’altra sera fuori con voi.. perché siete belli, ma belli.. ma belli belli. Siamo diventati grandi propri bene, ha ragione Max.

Bella la 5^E. Adesso più di allora.