Caro figlio mio,
voglio spiegarti, con calma e con la giusta dose di dente
avvelenato e ironia (alla maniera della tua mamma quindi) perché ieri sera ti
ho portato con noi ad una riunione noiosissima (per te) su un argomento
difficilissimo (per tutti) come i vaccini in età pediatrica.
La tua mammonisa (come la chiami tu) è da qualche mese che
si sente dare della #disinformata. La parola #disinformazione nella scienza
della comunicazione (quoto Wikipedia) significa “l'attività malevola
che mira a fornire e diffondere deliberatamente informazioni false, fuorvianti o non oggettive, distorcendo o alterando la realtà dei
fatti allo scopo di ingannare, confondere o modificare le opinioni di qualcuno” . Questo
per prima cosa mette in dubbio la mia capacità di discernere tra verità e
falsità. La mia capacità di scegliere a cosa credere e a cosa no. La
possibilità di avere un’opinione indipendentemente da cosa DOVREI pensare…
secondo loro.
Loro. Chi sono Loro Amore mio? Adesso te lo spiego
subitissimo. Che lo so che se mi fai una domanda e non ti rispondo subito me la
ripeti trecentomilavolte che in un secondo mi viene l’orchite massima. Chi sono loro? Medici e Madri.
Loro siamo noi. Siamo tutti. Tutti e Nessuno.
Perché fra loro c’è chi la pensa ESATTAMENTE come la penso
io. Medici e Madri.
Tutti #disinformati quindi. Maledizione. Siamo proprio un
bel branco di beduini eh.
Pensare che basterebbe spegnere il cervello e fare
esattamente come ti dicono di fare.
Senza porsi domande. Farlo ebbbasta. Perché così è.
Abbi, mio piccolo uomo, sempre paura della cultura del “farlo
e basta”.
Convincimi e mi siederò al tuo fianco.
Costringimi e sarò tuo
nemico per sempre.
Amore mio stupendo, sai perché ieri sera ti ho portato con
me?
In quella riunione noiosa noiosa su argomenti difficili, con
persone che parlavano di malanni e problemi di salute. Una platea di circa 30 persone.
Ragazzi, coppie, qualche politico o politicante. 6 o 7 fra
medici e Professori. Una decina di mamme incavolate con chi la pensa
diversamente da loro. Chissàpoiperchè. Alcune di queste con il tacco 12 alle 21
in una sala comunale abbastanza bruttina di un comune di provincia, che io non
mi vesto così manco al matrimonio dei miei amici, stima per voi – sia chiaro - machivelofafare?!
E noi 3. Papà con un quaderno di appunti presi e una lettera
aperta sottoscritta da centinaia di pediatri, dubbiosi. Come noi. Pensa. Tutti sti
cretini disinformati.
La mamma con il cuore che batte forte ogni volta che non è d’accordo,
perché la tua mamma è così passionale e adrenalinica. E vuole esternare la
propria opinione. Vuole battersi per la libertà di scelta, di informazione, di
decisione. Vuole battersi per il diritto inalienabile di scegliere, di essere
ascoltata, di essere compresa e accolta nella scelta fatta. Quanto meno NON
etichettata. Che disinformata sarà #tusorella.
Eh lo so amore mio che quando ti ho infilato le scarpine in
piena puntata della Paw Patrol non eri per niente d’accordo. Ma sai piccolo mio
perché ti ho portato con noi?
Perché penso che i figli si educhino con l’esperienza. Con
quello che si chiama educazione per modelli. Dimostrare a tuo figlio che se
qualcuno crede in un’idea va portata avanti, condivisa, sostenuta, dibattuta,
rafforzata, raccontata.
Che anche se sai benissimo che in quella platea forse
nessuno la pensa come te, tu credi sia giusto dire la tua. Anche se alcune persone ti attaccheranno (come hanno fatto). Anche se alcune persone penseranno che sei una stolta
disinformata e disinformante (come hanno fatto), anche se mentre parlerai incrocerai sopracciglia aggrottate e sguardi di profondo disappunto (come ho incrociato)!
Perché in casa nostra le idee si dibattono. Si portano avanti con
ardore. Si discutono e si mettono in discussione.
Perché in casa nostra SI Può e
si deve cambiare opinione al bisogno.
Perché solo gli stolti hanno sempre
ragione. O pensano di averla.
Perché in casa nostra non ci si batte per le
proprie idee solo dietro le tastiere ma si prende la responsabilità effettiva
davanti alle persone. E a dirla tutta non si parla nemmeno per slogan o selfie.
In casa nostra, giusta o sbagliata che sia la nostra scelta, si va al nocciolo
della questione. Si affrontano dibattiti con coraggio. Si sostengono le idee
proprie e si rispettano le idee altrui. Non si etichettano le scelte degli
altri. Non si GIUDICANO le idee degli altri. Si sostengono le proprie idee. Quello
sì. Sempre.
E io figlio mio, ieri sera, davanti ad una platea di 30
persone che la pensavano diversamente da noi (che nella sostanza potevano anche
avere una buona percentuale di ragione ma nella forma, porcapuzzola,
ultimamente mi stanno proprio facendo incazzare) abbiamo voluto sostenere il
diritto di scegliere. Di dire la nostra opinione. Di Avere dei dubbi. Di non
farsi dare dei disinformati senza ragione ed in silenzio. Il diritto di scelta.
Di informarsi, ragionare, farsi spiegare, decidere. Vaccinare. O non Vaccinare.
In coscienza e rispetto.
Per questo motivo, piccolo mio, tu ieri sera ti sei
addormentato fra le mie braccia invece che nel tuo lettino mentre un dottore
parlava in una stanza di partito, pure bruttina, di un comune di provincia.
Per questo motivo, piccolo mio, ieri mentre sonnecchiavi
alla tua mamma batteva forte il cuore mentre esponeva le proprie idee, giuste o
sbagliate che fossero.
Per insegnarti che nessuno si deve mai permettere di
zittire una madre che ascolta il proprio cuore.
Per dimostrarti che i dubbi servono per migliorare e
crescere, e che per fortuna poi ci sono persone come l’amico medico di papà che
accolgono il dubbio, lo rispettano, e espongono la loro ragione.
Che noi ascolteremo con rispetto, e che forse anche un po’ per quella opinione tu hai fatto quasi tutte le vaccinazioni.
A modo nostro ieri sera ti volevamo insegnare che la tua
mamma e il tuo papà NON hanno sempre ragione, ma per le loro idee si batteranno
sempre. E anche per le tue, fintanto che non sarai pienamente in grado
di farlo da solo.
Concludo con una risposta al #iovaccino del gruppo di mamme.
Anche io vaccino (in parte). E non ho nulla contro la vostra
scelta. Non la giudico. Non la critico. Anzi la rispetto pienamente.
Ma #ioscelgo
Chiedere che mi/ci venga
tolta questa possibilità lede i diritti Umani.
Non facciamo passi indietro
vi prego. Non facciamo credere ai nostri figli che qualcuno può scegliere per
loro.
Allenare il cervello è il
primo grande dono che possiamo, e dobbiamo, fargli.