21 febbraio 2013

Fisionomia politica.

Premetto, come spesso faccio, se uno pensa di leggere roba intelligente sulla politica ha sbagliato post.

Ha sbagliato proprio blog. Anzi, diciamo che forse ha proprio sbagliato paese.

Premetto che di politica mi intendo poco, e vado molto fiera del fatto di intendermene poco non perchè come state pensado tutti adesso con quelle facce da inquisizione non ho spirito civico.

Tutt’altro. Me ne intendo poco perchè semplicemente tendo a fidarmi delle mie sensazioni e quindi non leggo kilometri di programmi elettorali ma con il cartellone-accanto-al-centro-commerciale puoi avermi già convinto a votarti o non votarti.
Tanto a me il marketing politico mi fa il solletico e quindi mi fido delle facce e basta.
Ecco io sono per la politica fisiognomica. Fisiognomistica. Bho. Quella della faccia insomma.

Se c’hai i capelli disegnati e pensi che la gente non se ne accorga hai problemi di senso della realtà.
Quindi non ti voto.

Se c’hai lo sputazzo molesto e, nonostante questo, decidi di chiamare centinaia di persone in piazza davanti a te sei un egoista irrispettoso.
Quindi non ti voto.

Se quando parli la bocca ti si muove tipo jocker e ti chiami come la beniamina di un film ammazzatutti in tutina gialla secondo me hai una doppia vita.
Quindi non ti voto.

Se pari babbo natale travestito da bibliotecario pazzo probabilmente hai la sindrome della laurea ad honorem autocertificata.
Quindi non ti voto.

Se tuo figlio ha lo sguardo talmente perso l’infinito-ed-oltre che Mistero ci ha fatto una puntata e il tuo braccio destro si chiama come quelle due sfere sotto a quello lì che c’avevi sempre duro tu.
Bhe. Non ti voto di certo.

Se nonostante i tuoi genitori ti abbiamo chiamato con un nome che sembra il dilemma sulle ferie estive e tu sei riuscito ugualmente a diventare una persona noiosissima che nemmeno la Sara Tommasi te la darebbe.
Non ti voto.

Se c’hai la faccia da bella-zio al bar di brisighella dopo aver preso una batosta a briscola e pare che la crisi internazionale per te sia roba da tarallucci e vino.
Bhe, mi stai un sacco simpatico, lo ammetto. Ma non ti voto. Non sono mica qui spaccare le noci a Cip e Ciop io.

E se non sei nella lista. Cioè se non ti ho nominato sei proprio pessimo.
Vuol dire che non sei nemmeno riuscito a farmi sorridere una volta, a farmi pensare a quanto non ti voterei.
Vuol dire che non sei nemmeno andato che ne sò, alla replica delle invasioni barbariche fra un master-chef e un Cucine da Incubo. Vuol proprio dire che non sei nessuno.
Non sei nemmeno sui cartelloni accanto al centro commerciale. Vedi te che triste che sei. Nessuno dei miei amici di FB ha mai detto votate lui. Quindi sei out.

E allora potrebbe sempre succedere come mi successe tanti anni fa quando volendo votare L’Ulivo sbagliai invece e misi la croce sulla rosa nel pugno perchè avevo fatto casino con le specie vegetali.
Giuro. Tutte ste piante qui mi avevano confusa, con l’asinello mi pareva di essere nella fattoria di zio tobia invece che ai seggi elettorali.

Facciamo così. Quest’anno voto quello che mi dice mio marito. Come si faceva nell’800.
Che capace che invece che scambiare le specie vegetale scambio le parti anatomiche e, che ne so, per  votare Fava abbasso lo sguardo e mi scappa la crocetta sui Maroni.
Non sia mai.

BUON VOTO A TUTTI!

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