07 gennaio 2013

Un Natale Brensissimo..

Le mie vacanza di Natale sono state brensissime.


Dicesi “Brensissima”, per chi non mastica il gergo giovane come me “cosa-super-figa-che-ti-lascia-con-il-sorriso-per-giorni”. Oddio, probabilmente se lo chiedesse ad uno davvero giovane (mica come me) ti direbbe che brensa è un roba che,cioè,non ci stai dentro vecchio. Ma temo che questo necessiterebbe ulteriore traduzione e quindi opto per la traduzione di VECCHIPEDIA.

Dicevamo... che le mie vacanze di Natale sono state brensissime.

Premetto che se qualcuno crede che a Natale dovremmo solo pregare Gesù e andare in Chiesa per Santificare la nascita del Redentore ecco, allora io ci do una bella pacca sulla spalla e gli dico “oh, bellazio, non essere scrigno che i sorrisi non li paghi” e con ciò vorrei solo dire che il Natale è fighissimo per un sacco di motivi, certo il comple di Gesù è sicuramente uno di quelli più brensi come motivi ma ce ne sono un sacco di altri quindi su, non facciamo troppo i bigotti che mi scende una catena mai vista, il Natale è bellissimo anche perchè non si va a lavorare, perchè si mangia un sacchissimo e tutti ti dicono che NON si possono fare diete a Natale per cui non solo si mangia tantissimo ma tutti ti legittimano a mangiare tantissimo.

Doppia goduria. Si mangiano i tortellini, che io li annego nella panna perchè il sudore di gallina morta (dicesi anche Brodo) non mi piace molto ma, a dirla tutta, per il tortellino questo ed altro.

Si mangia il cotechino che sono tutte quelle parti lì triturate del maiale infilate nella zampa che se ci menso mi viene da vomitare ma poi, presa dallo spirito Natalizio, lo annego nel purè-dammene-finchè-ce-n’è e allora lo schifo mi passa e sono solo che felice.

Si manga il Pandoro che in casa Sacchetti mia madre non me lo faceva toccare, manco da lontano, prima della mattina di Natale e allora io nemmeno li guardavo i regali, i dolci e dolcetti, i genitori pronti per il bacino del Buon Natale, io mi sfiondavo sul pandoro alle 8 della mattina perchè finalmente lo potevo mangiare.. manco fossi Pannella dopo uno dei suoi 3000scioperi della fame.

Ma vabbè, a parte questa digressione culinaria che si sa, a Natale ci sta sempre, io ho passato un gran bel Natale.

La vigilia in famiglia materna mia con gli adorati nipotini che hanno occhi grandi per scrutare il cielo in cerca di Babbo Natale e la più grandicella che non toglie gli occhi di dosso a mio cognato perché, lei, qualche dubbio sull'inspiegabile somiglianza tra babbo natale e babbo-e-basta ce l'ha eccome.
E il natale in famiglia paterna sua con aggiungi-un-posto-a-tavola-che-c’è-un-amico-in-più che solo poter dare un po’ di famiglia a chi è lontano da casa mi è parsa la cosa più stupenda del mondo, anche perchè ormai anche loro per me sono un po’ famiglia e quindi era tutta una grande famiglia ed io ero super felice, quasi quanto a mangiare il pandoro prima di Natale, che adesso che sono grande capita.. ma se lo sa’ mia madre sono guai. Quindi zitti.
E poi il Santo Stefano, e il giorno dopo con gli amici di sempre a giocare a Mimotto e a prendere una gran ciucca di orancello (mamma mia se siete vecchiiiii.. dicesi ciucca quando inavvertitamente si esagera con l’alcol e l’orancello è il liquore fatto in casa dalla qui presente il cui marito non si capacita di come io possa aver scritto su tutti i bigliettini di auguri Orancello invece di Arancello essendo un liquore all’Arancia... ma dai su, Amò, so’ international io. Che non lo sai?

E poi il cinema, le risate, le tisane profumosissime con la torta tenerina che non era tanto tenerina e la torta ricicla-il-tuo-pandoro-e-trasformarlo-in-un-dolce-figo.

E la preparazione del Capodanno, quello in techni-color che se uno lo fissava troppo a lungo rischiava il colpo epilettico ma che poi era talmente figo che ci dispiaceva quasi mangiarci sopra. Prepara il capodanno-emiliano-partenopeo con una spruzzatina di Sicilia. Che è il capodanno più bello del mondo perchè finisce che mangi come il migliore dei siciliani (fino a scoppiare), fai botti e scninitilline everywhere che a me pareva la prima guerra mondiale ma a quelli veri, di partenopei, manco gli solleticava il timpano, e poi ci cacci dentro i fagioloni di nonna Norma e la Taverna di casa Bosi. Che è l’emilianità pura. O forse, l’emilianità pure, quella bella bella, è la voglia di stare insieme, ridere e cantare a squarciagola sbevacchiando allegramente.

Così, in quest’ottica, come si fa a non amare l’italia quando se la miscugli tutta quanta ti produce siffatti capolavori di farfalle-al-salmone-cozze-vongole-e-cuteghein.

Auguri auguri – Buon anno. Ronf Ronf.
Ormai siamo vecchi, si va letto presto ma felici. Buon 2013. Funziona così.
Felicità a piccoli brevi sorsi, ma ogni giorno un po’.

Come le passeggiate con Jack mattina, pomeriggio e sera anche quando ti si chiudono gli occhi e fuori ci sono -6°. E la manina di tuo marino sempre nella tua, anche se fa freddo, ci sono cose che sempre e comunque valgono il sacrificio che chiedono.

E fare la guerra a chi raccoglie la cacca di Jack. Tu, no dai tu, no tu. Dai, ma è in mezzo all'aiuloa.. chi la vede. E lo sguardo inquisitorio di Jack che sembra dire “IO VI HO VISTO” e quindi inforcare volontà e coraggio e sacchettino-raccogli-cacca e tirare su le produzioni dell’amato cagone, ops scusate volevo dire cagnone.. lapsus.

E la casa dei mie genitori dove anche le cose che hanno 75mila anni sembrano appena comprate, e quindi come mi spostavo mi pareva di stare al museo perchè tutto è sempre in ordine ma mi fa tanto casa, il profumo che fanno i divani e le tende, gli acquerelli di mia mamma, lo studio ordinatissimo di mio padre e anche la puzzina di cane bagnato che fa Jack dopo un acquazzone. Oddio. Che Natale brensissimo.

E poi qualche giorno di lavoro, così, giusto per non avere l’ansia che quei maledetti cataloghi non siano naufragati a metà strada fra l’america e la germania  e l’outlet di Castel Guelfo con pranzo alla mensa, le canzoni degli 883 che nessuno si ricorda ma lei le sa tutte a memoria, i Jeans che ti stanno benissimo sembri giovane e la stanchezza da shopping, che è la mia stanchezza preferita - il pomeriggio perfetto - cartolina di Natale 2012!!

E poi ripartire.. Per concludere il mio Natale brensissimo nel migliore dei modi. Fra dolci, spuntini e chiacchiere. Fra slitte in notturna con pile sulla testa, fra canederli grandi come un cocomero, fra the magic-emotion e vanity fair letti a -5° in baita mentre i mariti sciano. Il bignet alla crema leggera leggera che in fondo, è solo un decilitrocubo di cioccolato bianco.. ma leggero è!

E poi, alla fine di tutto questo, guardarsi negli occhi con il regalo tuo più bello.. il marito.. gustarsi un’ultima pizza brenissima prima della GRANDE FAME (dicesi anche Dieta ferrea post vacance iniziata oggi) e dirsi che sì, quest’anno, è stato proprio un gran bel Natale.

Anzi. Un Natale Brensissimo.

1 commento: